L'eroismo della Lucanica

Lucanica, salsiccia della Basilicata, foodfilebasilicata
Lucanica, salsiccia della Basilicata
Quello che hai scartato è il risultato di un sacrificio.
Io ti scrivo per raccontarti la prima volta in cui sono diventato un totem.
Tu premi play ed entra nel cerchio.






Prima un Albero, solitario asse dell'Universo. Poi un dionisiaco demone dalle lunghe corna. Infine, un toro bardato di nastri colorati.

Indossa il dio che ti guarda dritto negli occhi e sferza le debolezze. Un volto statico ma eternamente in tensione.


E' qui la transumanza dalla maschera all'uomo. Un rumore assordante di enormi campanacci canta allegria in cambio di salame nuovo.  Cercalo sotto il mantello nero della Quaremma.

Già Cicerone ne scrive, quale dono delle schiave lucane ai Romani. Catene di gusto contro uomini in catene. Un gesto di tale orgoglio che da allora, a Laurenzana, è ancora considerato il pasto delle giornate importanti.

Un cuoco mi ha spiegato come cucinarla, se vuoi farne il piatto dell'eroe:

Prima di tutto devi sapere che il sacro cibo della maschera è la lucanica. Il maiale è la vittima investita a trasportare gli uomini lucani dall'inverno alla primavera,verso la fertilità. Il sacrificio del maiale si trasforma in eroico sapore. La polvere rossa ne infonde l'invincibilità. Il finocchietto, la stessa erba selvatica che sosteneva il coraggio dei gladiatori, ne costruisce il carattere.


Per tenere lontani gli spiriti maligni, un po' di prezzemolo e di aglio. Infine, un leggero sentore di rafano, quel tanto per ricordare l'amaro straniero.

Devi sempre tenere a mente che dove nasce una risata può nascere tutto il resto. Quindi il riso è il più grande alleato della fertilità primaverile. Devi incavare sorrisi dalle patate e contagiare tutta la teglia, perché Carnevalone è re dell'allegria.


Impasta con uova e formaggio quest'amalgama  di armi contro i giorni tristi e così ottieni il pasto dell'eroe. Colui che ha sconfitto il tempo andato. Carnevale brucia e cede il passo  e ha incastrato la Parca che ne tesse il filo.


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